VISITA AL NUOVO CENTRO DI NANOMEDICINA E INGEGNERIA DEI TESSUTI PRESSO L’OSPEDALE NIGUARDA DI MILANO

Qualche giorno fa siamo state invitate dal dr. Fabrizio Gelain  a visitare il nuovo Centro di Nanomedicina e Ingegneria dei Tessuti (Center for Nanomedicine and Tissue Engineering – CNTE) presso l’ospedale Niguarda Ca’Granda di Milano.

dr. Fabrizio GelainIl dr. Gelain, che è co-direttore del centro e da tempo si occupa di ricerca per la cura delle lesioni spinali, ci ha mostrato i nuovi laboratori e ci ha gentilmente concesso un’intervista per spiegarci il lavoro del suo team.

1)  Dr. Gelain, ci descrive brevemente questo nuovo centro di ricerca e in cosa consistono le nanotecnologie di cui si occupa il suo team?

“Per nanotecnologia si intende la produzione o manipolazione conscia di tutto ciò che ha almeno una delle tre dimensioni tra 1 e 100 nanometri: per rendere l’idea un nanometro è un milionesimo di millimetro.

Al “Center for Nanomedicine and Tissue Engineering” (acronimco CNTE) ci occupiamo della progettazione, sintesi e caratterizzazione di bioprotesi nanostrutturate bioriassorbibili. Utilizziamo cioè principi della nanomedicina, della fisica, della scienza dei materiali, della biologia cellulare e della medicina per sviluppare e testare protesi impiantabili negli organismi viventi, con lo scopo di ricostruire i tessuti lesionati: protesi che una volta impiantate lentamente vengono degradate dal corpo. Spesso le nanotecnologie vengono ristrette alla “sola” progettazione di nanoparticelle per il rilascio controllato di farmaci di varia natura o per terapie specifiche per il trattamento di tumori e per imaging mirato. Senza voler togliere nulla a queste applicazioni in realtà c’è molto di più, e di parte di quel di più (peraltro molto ampio) ci occupiamo noi. Da un lato abbiamo la ricostruzione di tessuti utilizzando supporti (chiamati anche “scaffold”) con eventualmente al loro interno cellule per la ricostruzione di lesioni importanti di tessuto biologico; dall’altro conduciamo sperimentazioni in vitro su colture cellulari tridimensionali, un paradigma sperimentale un po’ più complicato di quelli standard in 2D ma più affidabile in termini di predittività  dei risultati ottenuti in laboratorio rispetto a quelli negli organismi viventi. In sostanza, avendo modelli di tessuto ibrido in laboratorio che risultano essere più affidabili è possibile diminuire drasticamente la sperimentazione animale: e questa è un’ottima cosa sia dal punto di vista etico che da quello di costi, tempistiche e riproducibilità dei risultati.”

2)  Come possono essere impiegate le nanotecnologie nella cura per le lesioni spinali?

“Il principio tramite il quale è opportuno utilizzare uno scaffold e non la sola terapia cellulare è basato sul fatto che in caso di lesioni “importanti” dove vengono a mancare porzioni intere di tessuto biologico è necessario un supporto fisico in grado di guidare (sia fisicamente che biochimicamente) il tessuto endogeno a rigenerarsi ed eventualmente anche a mantenere in posizione le cellule eventualmente trapiantate, guidandone la loro integrazione con il tessuto ospitante. Nelle lesioni spinali purtroppo si vengono spesso a formare significative lesioni cicatriziali ed anche vere e proprie cisti acquose: in questo caso quindi, in tale spazio danneggiato irreparabilmente è auspicabile utilizzare degli scaffold. A questo va inoltre sommata la possibilità di progettare i nostri supporti a livello molecolare, cosa che ci consente un grado di precisione non indifferente e potenzialità non comuni. Possiamo difatti pilotare l’interazione degli scaffold con il tessuto biologico, possiamo progettare un rilascio nel tempo di farmaci provenienti dall’impianto, e possiamo trapiantare con maggior cura delle cellule utili alla rigenerazione.”

3)  Può spiegare la differenza tra una lesione acuta e una lesione cronica?

“Certamente, nell’essere umano una lesione spinale può considerarsi acuta nei primi giorni (fino a poche settimane) dalla lesione stessa, dopodiché’ essa diventa sub-acuta e cronicizza fino a diventare appunto cronica e stabile. L’inizio della fase cronica in ambito umano è piuttosto oggetto di controversie: tuttavia ha preso luogo l’ipotesi che la lesione sia cronicizzata dopo un anno dalla lesione iniziale, mentre tra le due fasi (acuta e cronica) la lesione viene considerata appunto come sub-acuta. Dal punto di vista patofisiologico i due tipi di lesione sono estremamente differenti: nel primo caso abbiamo la presenza di ematomi, versamenti e lacerazioni dovuti al trauma iniziale, una citoarchitettura danneggiata ma ancora presente, ed una forte risposta immunitaria in corso. Solitamente, a meno di lesioni traumatiche particolarmente gravi (ad es. da arma da fuoco) nelle lesioni acute si ha ancora buona parte l’impalcatura del tessuto nervoso che successivamente si andrà a perdere con il cronicizzarsi della lesione stessa ancora presente e su questo si può intervenire limitando i danni del decorso standard della lesione midollare: si puo’ andare cioè anche a salvaguardare porzioni di tessuto circostanti la lesione ed ancora funzionali sfruttando meccanismi di neuroprotezione. Dall’altra parte, a seguito di una complessa cascata di eventi riassunta col nome di danno secondario, abbiamo nella lesione cronicizzata una perdita ben maggiore di fibre nervose, la deposizione di tessuto cicatriziale tutto attorno alla lesione e spesso nell’uomo anche la formazione di cavità interne. La cisti/cicatrice gliotica così ottenute costituiscono una barriera sia fisica che chimica ad ogni tentativo di rigenerazione nervosa: a questo punto la lesione si è notevolmente ingrandita rispetto all’insulto iniziale, maggiori sezioni di tessuto sono andate perdute e quindi la rigenerazione è ancor più difficile.”

in laboratorio4)  Ricerca su lesione acuta o su lesione cronica: Che scelta avete fatto voi e perché?  Vantaggi e svantaggi.

“Fare ricerca su lesione acuta o cronica fa molta differenza, sia dal punto di vista degli ostacoli “scientifici” da dover affrontare che da quelli logistici e di risorse. Nel primo caso anzitutto vuol dire cercare una cura per i futuri pazienti, nel secondo invece vuol dire cercare di trovare una soluzione per coloro che già oggi soffrono delle nefaste conseguenze di una lesione spinale. Spesso però sia sperimentazioni cliniche che ricerche scientifiche sono orientate al primo caso: e questo perché i paradigmi sperimentali durano molto meno (alcuni mesi invece che anche un anno), i costi della sperimentazione sono più contenuti, e mediamente le lesioni sono meno gravi poiché devono ancora cronicizzarsi. Questo a volte è uno specchietto per le allodole perché vengono decantati risultati che in realtà sono validi solo in particolari condizioni…in breve per alcuni dei pazienti a venire. Anche noi abbiamo condotto e pubblicato ricerche sulle lesioni acute per avere rapidi screening di nuove soluzioni e, nel caso delle molteplici variabili (=possibili soluzioni) che possiamo cambiare grazie alle nanotecnologie, risultati preliminari in breve tempo sono indispensabili ma siamo da 12 anni  impegnati soprattutto su quelle croniche: con tutte le difficoltà sopramenzionate che ne conseguono (tempi sperimentali molto più lunghi e costi triplicati), ma soprattutto con un occhio alla reale significatività e traslazionabilità dei risultati ottenuti o ancora da ottenere.”

5)  Come pensate di risolvere il problema della cicatrice?

“La domanda è breve ma la risposta è molto complessa e soprattutto non è certa ne’ a noi ne’ alla comunità scientifica in generale. Vi sono trial clinici e un gran numero di sperimentazioni facenti uso di enzimi per la degradazione dei componenti fondamentali della cicatrice stessa: questo è un ottimo spunto mirato ad indebolire la matrice. Noi di necessità richiediamo uno spazio per poter inserire i componenti del nostro scaffold (attualmente costituito da micro-tubi di circa 200 micron di diametro), ed attualmente per fare ciò pratichiamo un pre-trattamento per indebolire la cicatrice, che poi per il momento dev’essere rimossa parzialmente per via chirurgica. Ovviamente questa è una procedura rischiosa se condotta “ciecamente”, dovrebbe risultare invece una possibilità concreta nel prossimo futuro nel momento in cui ogni singola lesione viene prima studiata nel dettaglio con le più moderne tecniche di “imaging” attualmente a disposizione e dove viene poi prevista una rimozione parziale della cicatrice preventivamente “indebolita”, lasciando comunque un margine di sicurezza (una cicatrice di cuscinetto) tra il tessuto “sano” e la parte più interna che viene invece rimossa. Successivamente un’ulteriore trattamento di indebolimento sempre tramite enzimi può essere previsto in modo da facilitare l’ingresso delle fibre nervose nell’impianto. Chiaramente in questo caso un’accurata ricostruzione tridimensionale della lesione è indispensabile per poter intervenire chirurgicamente con cognizione di causa.”

6)  Nel 2011 la rivista ACS Nano ha pubblicato i risultati di una vostra ricerca in cui siete riusciti ad ottenere un recupero funzionale significativo in ratti con lesione spinale cronica, che progressi sono stati fatti da allora?

“Abbiamo continuato a migliorare l’approccio di allora che è stato come un incipit iniziale anche per il resto della comunità scientifica internazionale. Basti pensare che tali risultati sono stati annoverati tra le 5 più importanti recenti scoperte della nanomedicina  (Scientific American).  Ci siamo spinti oltre da un lato andando a migliorare ulteriormente la componente chimica e la funzionalità biologica dei biomateriali utilizzati,  dall’altro andando a includere trattamenti aggiuntivi (pre e post-operatori) che risultano indispensabili per avere risultati ancor più convincenti. I miglioramenti riscontrati nei risultati preliminari sono già convincenti ma, purtroppo per i motivi di cui dicevo prima tra cui costi e lunghezza della sperimentazione, è preferibile che non mi sbilanci ora poiché la sperimentazione è ancora in corso. Filo conduttore nostro è comunque quello di integrare più strade o già percorse da altri o trovate da noi e fonderle in maniera sinergica in un’unica terapia complessa (e multi-disciplinare) ma dai risultati ancor più promettenti. Altra prassi ben consolidata, per correttezza sia verso la comunità scientifica sia verso chi legge questo pezzo e tutti gli eventuali futuri pazienti, è quella di comunicare e discutere solo di risultati definitivi e pubblicati in riviste scientifiche internazionali, ovvero approvati da terze parti, in modo da garantire l’imparzialità della valutazione scientifica. Noi non abbiamo ricette magiche e/o segrete.”

7)  Avete collaborazioni con altri istituti di ricerca?

“Certamente, tra le nostre collaborazioni più importanti annoveriamo l’Ospedale di Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, con il quale condividiamo sezioni importanti dei nostri progetti, e la “Cell Factory di Terni”. Tra le altre collaborazioni rilevanti abbiamo quelle con gruppi di ricerca appartenenti al Massachusetts Institute of Technology, al Lawrence Berkeley National Lab, alla University of Alberta, all’Università di Milano-Bicocca, alla University of Florida, alla Edmonton University, all’Università di Trieste ed altri.  Siamo inoltre sempre intenzionati a collaborare con nuovi gruppi poiché, sebbene la multi-disciplinarietà del centro sia comprovata, è comunque necessario collaborare per raggiungere i massimi obiettivi possibili. Spesso invece si assiste a un rinchiudersi dentro la propria “ricetta”, che per quanto questa possa essere promettente è cosa alquanto sbagliata e limitante perché 1) spesso le intuizioni più dirompenti avvengono per l’intrecciarsi di più campi del sapere e 2) il target della rigenerazione delle lesioni spinali è estremamente complesso e ben al di sopra di un solo tipo di approccio.”

8)  Quali sono i passi necessari per arrivare a sperimentare sull’uomo le vostre scoperte scientifiche?

“Indubbiamente per arrivare alla sperimentazione clinica servono risultati da enti terzi in modo da avere comprovata la riproducibilità del nostro approccio. Noi come dicevo stiamo nel frattempo apportando ulteriori migliorie sempre nell’ottica di verificare la traslazionalità del nostro approccio in ambito clinico. Detto questo dovremo produrre le nostre bioprotesi in standard GMP per soddisfare i criteri di qualità necessari per la sperimentazione clinica. Se e solo se tutte queste fasi saranno soddisfacenti passeremo all’ultimo passaggio fondamentale, avvieremo tutte le procedure burocratiche per ottenere le autorizzazioni del caso. Ad ogni modo è necessario ancora del tempo per arricchire la mole dei nostri dati. In modo da convogliare gli sforzi ed i costi (umani e non) della sperimentazione clinica verso una terapia potenzialmente promettente e sicura per il paziente.”

9)  Esiste qualche ostacolo particolare?

“Purtroppo al momento è triste dirlo, ma l’ostacolo principale è l’ottenimento dei fondi per finanziare le nostre ricerche: abbiamo un tremendo potenziale ma con fondi contenuti andiamo a “marcia ridotta” e questo allunga inevitabilmente i tempi.”

10) Che risorse economiche sono necessarie per arrivare ad essere pronti alla prima sperimentazione sull’uomo?

“La domanda è alquanto delicata ma rispetto ad anni fa possiamo dire che grazie alle infrastrutture che abbiamo partiamo da un buon punto. Per quanto riguarda la ricerca necessitiamo fondi per mantenere ed espandere il nostro personale (e quindi la rapidità con cui otteniamo i risultati). A questi successivamente vanno aggiunti  fondi dedicati per la produzione esclusiva in regime GMP delle bioprotesi ed ovviamente per le pratiche di ottenimento dell’ok per la sperimentazione clinica di fase 1. A questo livello purtroppo il conto è salato e già dell’ordine di alcuni milioni di euro.”

Ringraziamo il dr. Gelain per il suo prezioso lavoro e per la disponibilità e l’opportunità che ci ha concesso.

 Cure Girls Arcangela e Loredana

CURE GIRLS: One year of our activities to support the CURE!

A year has passed and we all tried, each with their own ability to find new ways to support research for a cure for chronic spinal cord injury.

We have organised events, did a skydive, took part in marathons, got friends and family also to take part in marathons/challenges for us. We also done photo shoots to launch a campaign highlighting the aspects that characterise people in wheelchairs living with paralysis.

Us Cure Girls have also edited, translated, shared, documented, visited research laboratories, raised funds and Skype call each other regularly for conference calls brainstorming and discussing future possibilities/campaigns.

PHEW!!! We did everything we possibly could to get our cure message out there.

Unfortunately our condition is the same but WE WILL NEVER GIVE UP, we will continue to fight until CHRONIC SPINAL CORD INJURY becomes curable. We do hope that we can count on a growing number of people who will support our mission.

A VERY BIG THANKS to all of you who have supported us, followed us and been by our side. We couldn’t do this without your love and support. Wishing you all much peace, joy and happiness and hope that the new year will bring us a CURE for chronic spinal cord injury.

Lots of love,

The Cure Girls X

VIDEO: CURE GIRLS: One year of our activities to support the CURE!

The Cure Girls Took Part In The Ride For Life 2013 Event.

Some days you wake up and think that you are not able to go on in this way. You would like “to get up” but your legs cannot move and they remind you that alone you cannot do it.

In those days it is very difficult to find the persistence to say: “I will never give up, I go on to fight!”.

Despite everything and everybody, you try to be strong (because to be strong is the only choice you have) and try to find a way to avoid the fact that other people have to suffer like you because of spinal cord injury and in your heart you hope that  from your efforts, your anger and your pain, something good can be found, for everybody, including yourself.

Ride for Life is for me an example of it.

Ride for Life is a charity sporting event organized by  Riders4Riders Onlus e Marina Romoli Onlus associations and it has been created to help young bikers/cyclists that suffer a SCI and to actively support medical research for a cure of chronic spinal cord injury.
Ride for Life - Trofeo Antonelli
Also this year the Italian Cure Girls, have actively participated in the event that was held on last November 16th and 17th by the South Milano Track in Ottobiano.
Thanks to all bikers/cyclists champions and to all the people that participated to the event, they have been able to raise € 30.000  for spinal cord injury cure. Money raised during the previous editions, have been addressed, thanks to a collaboration with Wings for Life, to the project of prof. Gregoire Courtine by EPFL (Ecole Polytechnique Fedérale de Lausanne) in Switzerland, a project focused on finding ways to restore sensory and motor functions that have been interrupted due to a spinal cord injury.

In the coming months, the Wings for Life Scientific Committee will be announcing a new competition for 2014 in which researchers can participate with their projects. Next spring the Scientific Committee will be deciding the list of the most deserving projects. The organizers of Ride for Life will choose to assign the amount collected with the 2013 edition. “It takes time –  Marina Romoli Onlus and Riders4Riders Onlus representatives explained – but we want to assign the collected amount to a serious project that can produce concrete results; so in addition to the challenge of fundraising we also have to be meticulous in choosing the projects to be funded. In May we’re visiting the laboratories of Professor Courtine to see how the work is progressing and decide whether to continue to invest in the project we chose last year”.

Ride for LifeWe Cure Girls have met many champions of international motorcycling and cycling, politicians, journalists, young men and women in wheelchairs and lot of ordinary people who were there to support us in our fight for CURE.

The Italian media has given extensive coverage to Ride for Life; there were many articles and reports which have highlighted the aim of Ride for Life and in this way our message has reached the heart of people who unfortunately could not participate in the event. The next edition of Ride for Life will be in November 16, 2014 at the Circuito Internazionale South Milano in Ottobiano.

The Cure Girls would like to thank all those who, even with a little help, have contributed to the excellent success of Ride for Life 2013, but especially those who believe, hope and struggle with us to make sure that one day chronic spinal cord injury become curable!

Comunicato Stampa Ride For Life 2013

Rassegna Stampa Ride for Life

Photos:  https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10153478477345024.1073741933.191644355023&type=3

Ride for Life 2013 - foto di gruppo finale

AN OPPORTUNITY TO SAY WE WANT A CURE!

The UK’s Stoke Mandeville Spinal Foundation (SMSF) is conducting a priority setting survey, open to individuals living with SCI and also families, carers, health and social care professionals.  This is a rare opportunity for our pro-cure voices to be heard and it’s vital that the results of this survey deliver a realistic and honest view of our desires and needs.

Surveys often ask us to prioritise our needs: “Do we want bowel and bladder? Is hand function the most important thing?” What surveys have failed to do is understand the UNDERLYING causes to all our problems: damage to the spinal cord.

 damageSo with this survey, we encourage you not to list your priorities and not to ask for a solution to symptoms but to ask a simple question:

HOW CAN WE REPAIR THE CHRONICALLY DAMAGED SPINAL CORD TO RESTORE FUNCTION?”

Care initiatives for individuals with SCI have limitations. No matter how many carers you have, how big your financial compensation package is, how light your wheelchair is, how many accessible shops and restaurants there are, how much rehabilitation is available to you, how many incontinence products available to you and how much assistive technology is available – it cannot ever compare with the gains in health, independence and wellbeing resulting from the return of function.

The repair of the chronically damaged spinal cord is the ultimate form of Quality of Life for the SCI Community!

The Cure Girls strongly urge you to take part in this survey and more importantly, ask the right question:

HOW CAN WE REPAIR THE CHRONICALLY DAMAGED SPINAL CORD TO RESTORE FUNCTION?”

 The survey is here.

Esempio

UN’OCCASIONE PER DIRE CHE VOGLIAMO UNA CURA!

La Fondazione dell’Unità Spinale di Stoke Mandeville (Regno Unito)  sta conducendo un sondaggio per definire le priorità, aperto a persone che hanno Lesioni Spinali, alle loro famiglie e agli operatori sanitari e socio assistenziali.

Questa è una rara opportunità per le nostre voci pro-cura di essere ascoltate ed è fondamentale che i risultati di questa indagine offrano una visione realistica e onesta dei nostri desideri e bisogni.

I sondaggi spesso ci chiedono di dare priorità alle nostre esigenze ad esempio:  “Vogliamo riavere l’uso dell’intestino e della vescica? La funzionalità delle mani è  la cosa più importante?”

Quello che i sondaggi non sono riusciti a fare é comprendere  la causa alla base di tutti i nostri problemi: il danno al midollo spinale!

 damage

Quindi, con questa indagine, vi consigliamo di non elencare le vostre priorità, non chiedere cioè una soluzione per i sintomi, ma porre una semplice domanda:

“COME POSSIAMO RIPARARE UNA LESIONE SPINALE CRONICA E RIPRISTINARE TUTTE LE FUNZIONI? “

Purtroppo tutte le Iniziative di assistenza per le persone con lesione spinale hanno dei limiti. Non importa quante badanti hai, quanto è grande il tuo pacchetto azionario, quanto è leggera  la tua carrozzina, che ci siano un sacco di prodotti per l’incontinenza, quanti negozi e ristoranti accessibili ci sono, quanta riabilitazione hai a disposizione, e quanta tecnologia sia disponibile;

Nulla potrà mai essere paragonato al  guadagno in salute, indipendenza e benessere derivante dal ritorno delle funzioni!!!

La riparazione delle lesioni spinali croniche è  la forma più totale di miglioramento della qualità della vita per le persone mielolese!

Le Cure Girls vi consigliano vivamente di prendere parte a questo sondaggio e, soprattutto, porre la giusta domanda :

“HOW CAN WE REPAIR THE CHRONICALLY DAMAGED SPINAL CORD TO RESTORE FUNCTION?”

Cliccate qui per accedere al sondaggio inglese  e completate come da esempio

Esempio

Lesioni Spinali: c’è molto di più del “non camminare”

Le realtà sulle lesioni del midollo spinale é molto più complessa del semplice “non camminare”. Quando si diventa paralizzati, non si è più in grado di coordinare i segnali complessi che percorrendo il midollo spinale permettono la minzione. La vescica diventa “paralizzata” e le persone affette da paralisi spesso non sono in grado di dire quando hanno bisogno di urinare e non possono più  andare in bagno senza utilizzare cateteri, altri ausili correlati e un ampio uso di farmaci.

bladders/catheterisationOgni forma di cateterizzazione provoca problemi significativi per la salute delle persone paralizzate in quanto causa l’introduzione di batteri microscopici, direttamente nella vescica, che originano infezioni delle vie urinarie. Nelle persone affette da paralisi, le infezioni del tratto urinario provocano un aumento significativo di spasmi dolorosi e della spasticità in tutto il corpo, ma anche nella vescica stessa, causando perdite di urina. Le infezioni del tratto urinario sono spesso accompagnate da febbre, brividi e stanchezza debilitante, ognuna delle quali influisce gravemente sulla capacità dell’individuo di condurre una vita indipendente e appagante. Se non trattate, queste infezioni possono essere causa di ulteriori complicazioni mediche, ospedalizzazione e anche di morte causata da sepsi.

Le Persone Paralizzate non avendo altri metodi alternativi disponibili per urinare devono usare i cateteri nonostante i rischi sopra descritti. L’accortezza e i migliori farmaci al mondo non prevengono la colonizzazione batterica della vescica paralizzata; si può solo mascherarne i sintomi. Per superare il problema, abbiamo bisogno di una cura.

Silver and LeePer fortuna, qualcuno nel campo della medicina rigenerativa si sta muovendo verso una soluzione. Questa settimana infatti è stato pubblicato, nel Journal of Neuroscience, un articolo del Dr.Jerry Silver e del suo team intitolato: “Nerve Regeneration Restores Supraspinal Control of Bladder Function after Complete Spinal Cord Injury” (Rigenerazione nervosa ripristina il controllo sopraspinale della funzione della vescica dopo una lesione completa del midollo spinale).

Anche se la sperimentazione animale é ancora ai primi stadi, questa è una grande notizia per coloro che sono costretti ad usare cateteri.

C’è speranza, il cambiamento è all’orizzonte.

Cure  Girls

The Contradictions of Spinal Cord Injury

walking on sunshine

Every day I read interviews of people who have spinal cord injury,  and every time I hear repeating no sense sentences.

I respect their different opinions but I cannot understand HOW paraplegics and tetraplegics think.

It is clear that spinal cord injury completely changes the lives both of the injured and the people who live with them.

It is true that we have survived and we must try to live our lives (especially in respect of who cannot), but it is also true that to live a really enjoyable life in our case is utopia.

When I say this people who don’t know me think I’m depressed, lonely or I haven’t accepted my condition. They tell me it isn’t true and despite the wheelchair I can do anything I want.

Cure Girls - On A Mission To Reverse Paralysis - Chronic Spinal Cord Injury Must Become Curable

Cure Girls – On A Mission To Reverse Paralysis – Chronic Spinal Cord Injury Must Become Curable

If  it were true, I would be walking on the beach with my friends, the Cure Girls or even a nice young man.

I would really love that.

I realise that the vast majority of us [including me] often feel helpless when facing with the consequences of spinal cord injury and then activate a sort of self defence mechanism.

Often we don’t speak about the ‘real’ consequences of spinal cord injury and we do even less in public.

The inability to manage our bodies independently often makes us uncomfortable and embarrassed. we try to hide what we can. i think we do it for different reasons and more or less unconsciously. Perhaps we want not be “pitied”; we hope that the glances of sorrow and set phrases that we are asked diminish.

But after twelve years of being FORCED with living in a wheelchair, I realized this is useless as who see us and “love us” is very sorry for what has happened. This is a spontaneous HUMAN REACTION that we can identify with.

The ability to understand that being paralysed is not NICE or FUN.

I don’t like to arise pity on people but I have a spinal cord injury that is visible to all; you cannot hide behind a finger and say that not much has changed or even argue that our life has improved.

Often we challenge our limits, not for passion, but just to show others that we are strong. In my opinion this is hypocrisy. I’ve heard a million times outbursts of para & quadriplegics exhausted and frustrated by their situation but they confess to me: ”I have a family, friends, I cannot let them see that I feel bad and I’m not happy. I have to give the example to my children, they should be proud of me and so I want them to believe that I’m strong, I don’t want them to be worried.”

So every morning we dress the mask of the spinal cord damage smiling and active… But it is just a mask.

maschera1

I would like to be able to take it off. I would like to be able to smile fully and realise all my dreams.. But I really want to see the people I love to be happy and not see them suffer for the consequences of my spinal cord injury.

How can we do it?  TO SUPPORT RESEARCH TO REVERSE PARALYSIS AND FIND A CURE.

TELLING OTHERS THAT EVERYTHING IS OK AND THAT WE CAN DO EVERYTHING DESPITE OUR DISABILITY DOES NOT HELP ‘US’!

PLEASE.. I ASK ALL OF YOU… REACT, FIGHT FOR A CURE. A CURE THAT WILL GIVE US ALL BACK OUR ‘INDEPENDENT’ LIFE. DON’T CLOSE YOUR MINDS AND DON’T LOSE HOPE.. ABOVE ALL DON’T WAIT FOR SOMETHING TO HAPPEN.
COMMIT YOURSELF TO TAKE ACTION AND SUPPORT RESEARCHERS THAT WILL HELP US WALK AGAIN. DON’T SIT AROUND WAITING FOR A MIRACLE TO HAPPEN.

DON’T SETTLE FOR ANYTHING ELSE BUT ONLY TO FIGHT FOR OUR LIVES BACK.. OUR INDEPENT, ‘WHEELCHAIR FREE’ LIVES!

Cure Girl Loredana

Loredana: "I'm a Cure Girl"

Le Contraddizioni della Lesione Spinale

walking on sunshine

Ogni giorno leggo interviste rilasciate da persone che hanno subito una lesione spinale e ogni volta sento ripetere frasi  assurde.

Pur rispettando il parere di tutti, spesso non riesco proprio a spiegarmi come ragionino i para/tetraplegici (me compresa).

È evidente che una  lesione spinale cambia completamente la vita di chi la subisce e delle persone che gli stanno accanto.

Ora, se è vero che siamo sopravvissuti  e che quindi dobbiamo cercare di vivere la nostra vita nonostante tutto (soprattutto nel rispetto di chi non c’è più), è anche vero che “VIVERSI E GODERSI LA VITA DAVVERO” nel nostro caso è praticamente un’utopia.

Quando dico questo la gente che non mi conosce pensa che io sia depressa, che non abbia accettato la mia condizione, che sia una persona sola e mi dice: “Non è vero, nonostante la carrozzina puoi far tutto lo stesso, basta volerlo”.

Cure Girls - On A Mission To Reverse Paralysis - Chronic Spinal Cord Injury Must Become Curable

Cure Girls – On A Mission To Reverse Paralysis – Chronic Spinal Cord Injury Must Become Curable

Se così fosse vi assicuro che in questo momento starei passeggiando sulla spiaggia in compagnia delle mia amiche Cure Girls (e magari anche di qualche bel giovanotto).

Mi rendo conto che la stragrande maggioranza di noi (me compresa) spesso si sente impotente di fronte alle conseguenze della lesione spinale e quindi attiva una sorta di meccanismo di autodifesa.

Non parliamo quasi mai delle reali conseguenze che una mielolesione comporta, e lo facciamo ancora meno in pubblico. L’incapacità di gestire in modo autonomo il nostro corpo spesso ci mette a disagio, ci imbarazza, cerchiamo di nascondere quel che possiamo e lo facciamo per diversi motivi e più o meno inconsapevolmente, forse per non sentirci “compatiti” sperando così che gli sguardi di dispiacere e le frasi di circostanza che ci vengono rivolte diminuiscano e/o ci facciano meno male.

Ma dopo 12 anni vissuti legata a questa sedia a rotelle ho capito che è inutile, chi ci vede e ci ama, si dispiacerà di quanto c’è accaduto. Questa È UNA SPONTANEA REAZIONE UMANA CHE CI PERMETTE DI IMMEDESIMARSI NELLA VITA DELL’ALTRO, frutto di quella consapevolezza che l’essere paralizzato non è bello né tanto meno divertente.

Meno male che esiste questo sentimento, se così non fosse, il mondo sarebbe abitato solo da persone egoiste e cattive.

Non mi piace fare “pena” alla gente…ma ciò non toglie che ho una lesione spinale, questo è visibile a tutti, non ci si può nascondere dietro un dito e dire che tanto non è cambiato nulla o addirittura sostenere che la nostra vita sia migliorata.

Spesso sfidiamo i nostri limiti, non per passione, ma solo per far vedere/credere agli altri che siamo forti.  C’è molta ipocrisia in noi. In questi anni mi è capitato milioni di volte di sentire sfoghi di para-tetraplegici sfiniti e frustrati dalla situazione che però mi dicevano: “Io ho una famiglia, degli amici, non posso far vedere loro che sto male e non sono felice, io devo dare l’esempio ai miei figli, devono essere orgogliosi di me e quindi voglio fargli credere di essere forte per non farli preoccupare etc.”

Quindi ogni santa mattina indossiamo la maschera del mieloleso sorridente e attivo etc.. Ma è pur sempre una maschera. maschera1

Io vorrei poterla togliere, vorrei poter sorridere appieno, realizzare tutti i miei sogni…ma soprattutto vorrei non dover più vedere persone che amo soffrire a causa di una lesione spinale. Come possiamo riuscirci? A mio parere solo RENDENDO LA PARALISI REVERSIBILE, FACENDO SÌ CHE SI TROVI PRESTO UNA CURA.

IL DIRE AGLI ALTRI CHE VA TUTTO BENE E CHE SIAMO IN GRADO DI FAR TUTTO LO STESSO, NON CI AIUTA, TUTT’ALTRO!

Rivolgo quindi un appello a tutti voi:

REAGITE! LOTTATE PER UNA CURA! PER QUALCOSA CHE DAVVERO VI POSSA RESTITUIRE LA VOSTRA VERA VITA INDIPENDENTE!!! NON CHIUDETE LE VOSTRE MENTI, NON PERDETE LA SPERANZA E SOPRATTUTTO NON ASPETTATE CHE GLI ALTRI FACCIANO QUALCOSA, IMPEGNATEVI SE VOLETE DAVVERO SMETTERE DI ESSERE “PARALIZZATI”. NON ASPETTATE IL MIRACOLO, PONETE IN ESSERE AZIONI CHE AIUTINO I RICERCATORI A RIMETTERCI IN PIEDI.

NON ADATTATEVI PENSANDO CHE NON VI SIANO ALTRE STRADE DA PERCORRERE, NON ACCONTENTATEVI DI VITE VISSUTE A METÀ.

LOTTATE PER RIAPPROPRIARVI DAVVERO DELLA VOSTRA LIBERTÀ!

Cure Girl Loredana

Loredana: "I'm a Cure Girl"

“L’amore” dopo una Lesione Spinale

WE WANT TO BREAK FREE

Come mi sento quando sei vicino a me,  amore mio? Il mio cuore batte e la mia mente pensa a come sarebbe bello fare l’amore con te. Ma poi? Tu mi vieni vicino, mi baci e vorrei  poter essere libera di muovermi, ma non posso.

E mentre ogni altra donna si sarebbe lasciata andare, invece la mia mente urla: “Spero che la mia vescica non perda e non mi metta  in imbarazzo … Uhm, devo fermarlo e dirgli che prima di fare l’amore devo fare il cateterismo..Ma devo aspettare  che mi spogli prima? ”

È umiliante e non è sexy.

Poi cerco di autoconvincermi: “Dovremo entrambi abituarci all’idea, se vogliamo stare insieme”.

Passione? La mia passione è offuscata, la mia mente non può fare a meno di preoccuparsi. Non sento niente .. Nemmeno una carezza .. Odio non sentire le sue mani che accarezzano la mia pelle!”.

Una Cure Girl Innamorata

La nostra Cure Girl Lolly in visita al “Miami Project to Cure Paralysis”

Miami Project

La prima volta che ho visitato Miami fu prima della mia lesione. Sono andata lì in vacanza ho festeggiato e ballato in tutti i bar di South Beach, mi godevo la vita.

È un po’ ironico che questo sia stato uno dei primi posti che ho visitato dopo il mio trauma al midollo spinale nel 2004. Sono stata al Centro Biofeedback Brucker biofeedback più di tre settimane. Ed ero desiderosa di visitare il Miami Project to Cure Paralysis.

Il Miami Project è uno dei più grandi centri di ricerca sulle lesioni del midollo spinale di tutto il mondo. Collabora anche con Spinal Research UK.The Miami Project Center

E’ un luogo di ispirazione per me, ho incontrato tante persone positive che fanno così tanto per trovare una cura per noi.

Ho fatto amicizia con Kim Anderson, ricercatrice presso il Miami Project, circa cinque anni fa. Kim è tetraplegica come me. Lo è diventata parecchi anni fa, ha studiato ed è diventata esperta di ricerca sulle lesioni spinali ed ora è uno dei migliori ricercatori del Miami Project. Lei è una tale fonte di ispirazione per me ed è una donna davvero incantevole.

LOLLY AND KIMKim mi ha parlato dei progressi degli studi clinici che si stanno svolgendo attualmente sulle lesioni acute al Miami Project. Mi ha confermato che se avranno successo si procederà con le lesioni croniche. Finora tutto procede bene, ma entrambe concordiamo nel dire che siamo molto entusiaste per gli altri studi, quelli a cui prenderanno parte persone con lesioni spinali croniche.
Kim ha anche affermato che questo è il momento più emozionante che abbia mai conosciuto, visti i “lavori in corso” in tutto il mondo.

Ora c’è realmente speranza … Non si tratta di SE, ma di QUANDO!

La vostra Cure Girl Lolly