Come evitare l’inevitabile? Una cura sarebbe un buon inizio

Da giorni mi risuona in testa una domanda: “È possibile cambiare l’essenza di una persona”? Secondo la metafisica, l’”essenza” di qualcosa è fatta di qualità immutabili di quella stessa cosa. Basta questa definizione a spiegare che non possiamo cambiare ciò che siamo.

lais-souzaDal 27 gennaio penso sempre a Laís Souza. L’ex ginnasta ha subito 13 interventi chirurgici nel corso della sua carriera e, non potendo più praticare la ginnastica, ha accettato l’invito di provare a sciare. Molte persone si saranno chieste “Perché non ha semplicemente smesso di praticare sport ed ha accettato i suoi limiti”? La mia risposta è “Perché non era una possibilità fattibile”. Una volta guardavo un documentario sulla natura umana e il meccanismo di autoconservazione che è legato alla paura di morire, ed è ciò che impedisce alle persone di esporsi a situazioni rischiose; ma per alcuni questo meccanismo non scatta. Laís ha subito una grave lesione spinale; ovviamente è troppo presto per fare qualsiasi prognosi, ma considerando lo stile di vita e la gravità della lesione, nessuna prognosi potrà essere soddisfacente, e probabilmente lo sport non farà mai più parte della sua vita. Pensando al passato di Laís, scommetto che, se non fosse per la gravità della lesione, lei tornerebbe presto a sciare. Credo che la chimica spieghi molto a riguardo, ma per farla semplice – tralasciando l’endorfina e i suoi succedanei – il desiderio di esporsi al rischio fa parte dell’essenza di molti atleti ed anche amatori, come me per esempio, e nessuno può giudicare l’essenza di un altro. Se non avessi avuto una lesione spinale, in una calda giornata da spiaggia come oggi, sicuramente starei surfando e dondolando in aria. Credo che mentre abbiamo un’idea di cosa sia il rischio, non abbiamo un meccanismo che inneschi la paura.

Ora, a voi che state leggendo questo articolo, e state già pensando di nascondere lo skateboard a vostro figlio, vi dico: solo il 6% di tutte le lesioni spinali sono causate praticando sport, oltre il 50% sono il risultato di incidenti stradali.

Come evitare l’inevitabile? La cura sarebbe un buon inizio.

wfl 4/5/2014Il 4 maggio, Floripa ospiterà la Wings for Life World Run, la prima corsa globale della storia, che porterà 35 città del mondo a correre insieme. Il 100% del ricavato andrà a finanziare la ricerca per la cura delle lesioni spinali.

Correte per Laís, correte per me, ma soprattutto correte per tutti coloro che in futuro non meritano di vedere i loro sogni interrotti improvvisamente, siano essi familiari o estranei.

Se non potete correre, potete comunque registrarvi e contribuire alla raccolta fondi con pochi dollari.

Così renderete migliore il mondo per tante persone!

Cure Girl Sabrina

Como evitar o inevitável? A cura seria um bom começo

Há dias uma pergunta ecoa na minha cabeça: “É possível mudar a essência de alguém?” Segundo a metafísica, a essência de uma coisa é constituída pelas propriedades imutáveis da mesma. Essa definição responde por sí só: Em essência não podemos mudar o que somos.
lais-souzaDesde segunda não paro de pensar em Laís Souza. A ex-ginasta sofreu 13 cirurgias ao longo da carreira e, impossibilitada de voltar a ginástica, aceitou o convite de apostar no esqui. Muitas pessoas devem se perguntar porque ela simplesmente não parou, aceitou seus “limites” eu respondo: Porque não existe essa possibilidade.
Certa vez eu vi em um documentário que existe na natureza humana um mecanismo de auto-preservação que remete ao medo de morrer, e é isso que impede as pessoas de se exporem a situações de risco, embora algumas pessoas simplesmente não o tenham.
Laís sofreu uma grave lesão medular, obviamente é cedo para qualquer prognóstico mas levando em consideração o estilo de vida e a altura da lesão nenhum prognóstico é satisfatório, provavelmente o esporte nunca mais fará parte da rotina dela. Pensando no histórico de Laís, eu aposto que se não fosse a gravidade da lesão ela em breve estaria de volta à neve. Acredito que a química explique muita coisa mas trocando em miúdos sem falar em endorfina e suas variantes, o desejo de se expor ao risco faz parte da essência de muitos atletas e até de atletas amadores, como eu por exemplo, e não cabe a ninguém julgar a essência do outro. É bem provável que se eu não tivesse sofrido uma lesão na medula, em um dia como hoje de praia e calor, eu estaria surfando no balanço, até porque já havia caído anteriormente. Acho que temos a noção do risco, não temos é esse dispositivo que aciona o medo.
Você que lê isso agora e já pensa em arrancar o skate do seu filho eu aconselho: Apenas 6% das lesões na medula ocorrem da prática de esportes, mas mais de 50% são decorrentes de acidentes de carro.
Como evitar o inevitável?? Como?
A cura seria um bom começo.
wfl 4/5/2014Wings For Life World Run, a primeira corrida global da história que reúne 35 cidades do mundo, correndo juntas, com 100% das verbas revertidas para as pesquisas em prol da cura da Lesão Medular.
Corra por Laís, corra por mim, mas principalmente: corra por todos aqueles que no futuro não merecem ter seus sonhos interrompidos repentinamente, seja ele um ente próximo ou um desconhecido.
E se não puder correr faça mesmo assim a sua inscrição, são 26 dólares que podem fazer um novo mundo para muita gente!

Cure Girl Sabrina

Le Cure Girls a Ride for Life 2013

Ci sono giornate in cui ti  svegli la mattina e pensi  che non ce la fai a continuare così.  Vorresti “alzarti” dal letto ma le tue gambe immobili sono li a ricordarti che da sola non puoi farlo.

In quei giorni è molto difficile trovare la forza dentro di te per riuscire a dire: “Io non mollo, continuerò a lottare!”

Poi però succede che nonostante tutto e tutti, ti fai forza ( perché spesso essere forte è l’unica scelta che hai) e cerchi di trovare un modo per far sì che ciò che è capitato a te non ricapiti ad altri e in cuor tuo speri che dai tuoi sforzi, dalla tua rabbia e dal tuo dolore possa venire fuori qualcosa di positivo per tutti, te compresa.

La manifestazione Ride for life è per me un esempio di tutto questo

Ride for life è una manifestazione sportiva a scopo benefico organizzata dalle associazioni Riders4Riders Onlus e Marina Romoli Onlus, nata per aiutare giovani piloti/ciclisti rimasti paralizzati a causa di una mielolesione e supportare concretamente la ricerca medica di una cura per le lesioni spinali croniche.

Ride for Life - Trofeo AntonelliAnche quest’anno le Cure Girls Italiane hanno partecipato attivamente all’evento tenutosi il 16 e il 17 novembre scorso presso la Pista South Milano di Ottobiano. Lo spettacolo offerto dai campioni e appassionati di ciclismo e motociclismo ha raccolto 30.000 € da destinare alla ricerca di una cura delle lesioni spinali croniche.

Il denaro raccolto nelle precedenti edizioni è stato destinato grazie ad una collaborazione con la fondazione Wings For Life, alle ricerche del prof. Gregoire Courtine presso l’EPFL (Ecole Polytechnique Fedérale de Lausanne) in Svizzera impegnato nel trovare sistemi per ripristinare funzioni sensoriali e motorie che sono state interrotte a causa di una lesione spinale.

In questi mesi il comitato scientifico di Wings For Life istituirà per il 2014 un nuovo bando di concorso a cui aderiranno i ricercatori interessati con i loro progetti. In primavera il comitato scientifico delibererà la lista dei progetti più meritevoli, tra i quali gli organizzatori di Ride for Life sceglieranno a quale destinare quanto raccolto con l’edizione 2013. «Le tempistiche sono lunghe – hanno spiegato i rappresentati della Marina Romoli Onlus e di Riders4Riders Onlus – ma ci teniamo a destinare quanto raccolto a un progetto serio e che possa produrre dei risultati concreti, quindi oltre al lavoro di raccolta fondi dobbiamo svolgerne uno altrettanto impegnativo e meticoloso per la scelta dei progetti da cofinanziare. A maggio visiteremo i laboratori del prof. Courtine per constatare come stanno procedendo i lavori e decidere se continuare a investire sul progetto che abbiamo scelto l’anno passato».

Ride for LifeNoi Cure Girls abbiamo incontrato tantissimi campioni del motociclismo e del ciclismo internazionale, politici, giornalisti, ragazzi e ragazze in carrozzina e tanta, tantissima gente comune tutti lì a sostenerci in questa nostra battaglia per la CURA.

Nei giorni a seguire i più importanti organi di stampa italiani hanno parlato di Ride for Life, sono stati infatti numerosi gli articoli e i servizi televisivi che hanno messo il luce gli obiettivi di Ride for life e questo ci ha permesso di arrivare con il nostro messaggio anche al cuore delle persone che fisicamente non erano o non potevano purtroppo essere presenti. L’appuntamento con la prossima edizione di Ride for life sarà il 16 novembre 2014 al Circuito Internazionale South Milano di Ottobiano.

Le Cure Girls ringraziano tutti quelli che, anche con il più piccolo aiuto, hanno contribuito all’ottima riuscita di Ride for Life 2013 ma soprattutto quelli che credono, sperano e lottano con noi per far si che un giorno la lesione spinale cronica diventi Curabile!

Cure Girl Loredana

Comunicato Stampa Ride For Life 2013

Rassegna Stampa Ride for Life

Alcune foto: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10153478477345024.1073741933.191644355023&type=3

Ride for Life 2013 - foto di gruppo finale

“Più che uguaglianza, vogliamo una CURA”

Le Cure Girls condividono i contenuti di questo articolo scritto da Rachelle Friedman, pubblicato lo scorso 4 ottobre 2013 su huffingtonpost (cliccare per accedere all’art. in inglese).
Di seguito postiamo la traduzione in italiano nella speranza che sempre più persone possano capire perché la Lesione Spinale Cronica DEVE Diventare CURABILE.
Cure Girls
rachellefriedman2Da quando sono rimasta paralizzata tre anni fa, ho voluto mostrare al mondo che le persone con disabilità possono essere felici, indipendenti e produttive come quelle senza disabilità. Ma mostrare questa positività può mascherare la nostra difficoltà quotidiane al punto da sminuire l’importanza di una cura?
Non fraintendetemi, è importante che la società sappia che abbiamo le potenzialità per fare più di quanto si potrebbe immaginare. Ma a volte ci si sente come se questo è l’unico messaggio che riusciamo a trasmettere. E il desiderio di una cura? Molte persone con lesioni del midollo spinale (SCI) hanno deciso di andare avanti con la loro vita e ci sono così tante storie di chi si ritrova su una sedia rotelle e supera le avversità. La maggior parte di noi vive una vita significativa, ma è una vita che nessuno di noi avrebbe scelto. I media fanno un buon lavoro nel mostrare le lotte di coloro che devono affrontare altri problemi come il cancro, tanto che, anche chi non è direttamente coinvolto nella malattia, conosce il dietro le quinte di essa. Quando, invece, si affrontano i disagi della disabilità, il pubblico non ha la più pallida idea di cosa si stia parlando.Vedo spesso fatti di cronaca o spettacoli come “Push Girls” dove alcuni sostengono che se potessero tornare indietro, non cambierebbero la loro vita, che ogni cosa accade per una ragione oppure che sono perfettamente contenti della loro condizione. Un atteggiamento del genere è encomiabile sotto certi aspetti, ma personalmente vorrei si sapesse che il 99% di noi non si sente in questo modo; ma che invece VOGLIAMO UNA CURA E LA VOGLIAMO SUBITO.
Molte persone abili dicono che se capitasse loro un’esperienza del genere sarebbe la cosa peggiore da immaginare; ma io credo che ci guardano e vedono qualcuno che è “forte e trionfante” semplicemente perché abbiamo scelto di vivere la vita come facevamo prima. Ci vedono come se avessimo superato in astuzia la nostra disabilità. La battaglia è stata vinta perché abbiamo scelto un atteggiamento positivo. A porte chiuse, tuttavia, c’è una battaglia che non si vede. La scelta di sopravvivere non significa che va tutto bene e che non stiamo soffrendo.rachellefriedman
Il dolore incontrollabile
Se il non poter camminare è ovviamente un problema enorme, ci sono tante altre lotte quotidiane che consumano le nostre vite. Spesso questi problemi sono più invalidanti della paralisi in sé.  Si stima che almeno il 50% delle persone con lesione spinale hanno dolori al di sotto della lesione. Io sono una di quelle persone che prova la sensazione terribile definita come “dolore neuropatico”. È come una tortura invisibile. Mi sento come se stessi per essere bruciata viva, senza che nessuno possa vederlo. I nostri corpi si rivolgono contro di noi. Si può soffrire di spasmi muscolari debilitanti. Ciò accade perché il nostro cervello non è in grado di inviare i messaggi corretti ai nostri muscoli paralizzati. Il solo distendere gli arti o anche prendere una buca mentre ci spostiamo per strada sulle nostre sedie, possono farli esplodere. Mi è capitato di essere scaraventata dalla sedia in seguito a degli spasmi. Siamo, inoltre, soggetti a piaghe da decubito, malattie cardiache, polmoniti, osteoporosi, gravi infezioni… e l’elenco potrebbe continuare.

Il costo della vita è esorbitante

Il costo della vita di una persona con disabilità è sconcertante. Ad esempio, il costo iniziale per ogni tetraplegico è tra i 400-700 mila dollari a seconda del livello di lesione. I costi annuali successivi possono arrivare ad oltre $ 100 mila. Molti non possono permettersi le cure di cui hanno bisogno. Parlo per esperienza quando dico che l’assicurazione non copre tutti questi costi. A meno che non si sia estremamente ricchi, non c’è proprio alcun modo per poter immediatamente mettere insieme il 20 per cento della spesa.

Secondo l’ United spinal Association , negli Stati Uniti ogni 41 minuti una persona rimane vittima di una lesione spinale, e ci sono circa 11.000 nuovi feriti ogni anno. Attualmente nel mondo ci sono 1,2 milioni di persone che vivono con una lesione spinale; non è così rara come si potrebbe pensare.

La realtà, però, è che in questo momento non esiste una cura.

Sì, abbiamo bisogno che tutti si rendano conto che siamo elementi produttivi della società, ma fintanto che viviamo con una lesione spinale, ci sono altri problemi che a cui dobbiamo far fronte. La necessità di una migliore assistenza medica, una migliore copertura sanitaria, i finanziamenti per attrezzature mediche e una migliore accessibilità.

La gente deve rendersi conto che il fatto che non insistiamo su queste difficoltà che ruotano intorno alla vita con lesione spinale, non significa che questi problemi non abbiano un impatto fortemente negativo sulla qualità della nostra vita.

Nel frattempo che siamo in carrozzina, andiamo avanti con la nostra vita e facciamo il meglio che possiamo, ma non ci accontentiamo, la lesione spinale NON E’ OK. Per far sì che una cura diventi una vera e propria priorità nella nostra società, abbiamo bisogno di educare le masse su la dura realtà di quello che è la vita con una lesione spinale.

Abbiamo bisogno che tutti lottino per questo. Se non per se stessi,  almeno per i bambini piccoli ora dipendenti da un ventilatore per respirare e sopravvivere e da una  sedia a rotelle per muoversi o per un padre che non riesce ad allungare le braccia per abbracciare la moglie e il figlio appena nato. E se fosse tua figlia, tuo marito o qualcuno che ami?

Visitate il sito web di Unite 2 Fight Paralysis (uniti per sconfiggere la paralisi)  www.u2fp.org per scoprire a che punto siamo nella ricerca di una cura e come poter aiutare.

Dello stesso autore:  People with Disabilities, Take Note: You Don’t Lose Your Identity Unless You Surrender It

Chi è Rachelle Friedman
Rachelle Friedman è una donna  tetraplegica C6 che è rimasta paralizzata al suo addio al nubilato nel 2010 durante scherzi innocenti a bordo piscina. La sua storia è diventata internazionale ed è stata raccontata sul Today Show, CNN, HLN, MSNBC, VH1 e altri vari media. Da allora è diventata una motivatrice, blogger, e ambasciatrice per la comunità delle persone con lesione del midollo spinale. Rachelle sta attualmente scrivendo un libro che uscirà nella primavera del 2014. Per saperne di più sulla storia di Rachelle e collegarsi con lei via Twitter o Facebook, visita il sito www.rachellefriedman.com

UN’OCCASIONE PER DIRE CHE VOGLIAMO UNA CURA!

La Fondazione dell’Unità Spinale di Stoke Mandeville (Regno Unito)  sta conducendo un sondaggio per definire le priorità, aperto a persone che hanno Lesioni Spinali, alle loro famiglie e agli operatori sanitari e socio assistenziali.

Questa è una rara opportunità per le nostre voci pro-cura di essere ascoltate ed è fondamentale che i risultati di questa indagine offrano una visione realistica e onesta dei nostri desideri e bisogni.

I sondaggi spesso ci chiedono di dare priorità alle nostre esigenze ad esempio:  “Vogliamo riavere l’uso dell’intestino e della vescica? La funzionalità delle mani è  la cosa più importante?”

Quello che i sondaggi non sono riusciti a fare é comprendere  la causa alla base di tutti i nostri problemi: il danno al midollo spinale!

 damage

Quindi, con questa indagine, vi consigliamo di non elencare le vostre priorità, non chiedere cioè una soluzione per i sintomi, ma porre una semplice domanda:

“COME POSSIAMO RIPARARE UNA LESIONE SPINALE CRONICA E RIPRISTINARE TUTTE LE FUNZIONI? “

Purtroppo tutte le Iniziative di assistenza per le persone con lesione spinale hanno dei limiti. Non importa quante badanti hai, quanto è grande il tuo pacchetto azionario, quanto è leggera  la tua carrozzina, che ci siano un sacco di prodotti per l’incontinenza, quanti negozi e ristoranti accessibili ci sono, quanta riabilitazione hai a disposizione, e quanta tecnologia sia disponibile;

Nulla potrà mai essere paragonato al  guadagno in salute, indipendenza e benessere derivante dal ritorno delle funzioni!!!

La riparazione delle lesioni spinali croniche è  la forma più totale di miglioramento della qualità della vita per le persone mielolese!

Le Cure Girls vi consigliano vivamente di prendere parte a questo sondaggio e, soprattutto, porre la giusta domanda :

“HOW CAN WE REPAIR THE CHRONICALLY DAMAGED SPINAL CORD TO RESTORE FUNCTION?”

Cliccate qui per accedere al sondaggio inglese  e completate come da esempio

Esempio

Travelling With Spinal Cord Injury is a Nightmare!

travel barbara 2Travelling is one of the things I love the most… and it is one of the things I miss the most in my life. I love to travel but since my spinal cord injury I can do it only if there are some conditions. I made just one big journey after my injury… I went to Australia two years ago… that was my first real trip I made in my life and I could make it thanks to my parents, I can’t move anywhere without them and specially without my mother’s care (except of some circumstances). During my life with my injury I always had to give many trips up because I couldn’t have the assistance I need, and this is something that made me suffer in silence several times.

By in my experience I can say that travelling itself is not impossible for people with spinal cord injury, but it needs proper organization before leaving. About my journey to Australia, for example, I had a catheter with a bag to collect urine because I coudn’t use the toilet on the plane; this is one of the problems a spinal cord injuried has to deal with. Then I would have to avoid the risk of causing pressure sores because of many hours sitting, but the seat was too narrow to put my wheelchair cushion on, so I had to travel 12 hours without any protection. Luckily everything went fine, but you can’t count on fortune every time… this is something that people with spinal cord injury can’t afford. I’ve longed for a trip to Australia for many years and I am grateful to have had a dream come true… but that can’t be repeated even if I desire it much more than the first time.

Saint Augustine said: “The world is a book, and those who do not travel read only a page”

I can add that many people have no possibility even only to open that book. 

We need a Cure for Chronic Spinal Cord Injury!

Cure Girl Barbara

 

Viaggiare avendo una Lesione Spinale è un incubo!

travel barbara 2Viaggiare è una delle cose che amo di più … ed è anche una delle cose che mi manca maggiormente nella vita. Ho amato viaggiare da sempre, ma a causa della mia Lesione spinale posso farlo solo in presenza di alcune condizioni. Ho fatto solo un grande viaggio dopo il mio infortunio, due anni fa sono andata in Australia; questo è stato il mio primo vero viaggio e ho potuto farlo solo grazie ai miei genitori. Salvo poche eccezioni infatti, non posso muovermi da nessuna parte senza di loro e soprattutto senza l’assistenza di mia madre. Durante la mia vita da mielolesa ho sempre dovuto rinunciare a molti viaggi perché non ho potuto contare sull’assistenza che mi serviva, e questo è qualcosa che mi ha fatto soffrire, molte volte in silenzio .

Con la mia esperienza posso dire che viaggiare in sé non è impossibile per le persone con lesione spinale, ma necessitiamo di una vera e propria organizzazione prima di partire. A proposito del mio viaggio in Australia, per esempio, mi sono dovuta accontentare di un catetere fisso attaccato ad una sacca per la raccolta delle urine perché non potevo usare il bagno sull’aereo; questo è uno dei problemi che un mieloleso deve affrontare. Poi avrei dovuto evitare il rischio di piaghe da decubito a causa del cospicuo numero di ore che ho passato da seduta, ma il sedile era troppo stretto per metterci sopra il cuscino della mia sedia a rotelle, così ho dovuto viaggiare 12 ore senza alcuna protezione. Per fortuna tutto è andato bene da questo punto di vista, ma non si può contare sulla fortuna ogni volta … Questa è una cosa che le persone con una lesione spinale non possono permettersi. Ho desiderato il mio viaggio in Australia per molti anni e sono grata di aver potuto realizzare un sogno … ma tutto ciò non può essere ripetuto, anche se lo desidero ancora di più della prima volta.

Sant’Agostino disse: “Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina”

Posso aggiungere che molte persone non hanno nemmeno la possibilità di aprire quel libro.

C’è bisogno di una cura per le lesioni spinali croniche!

Cure Girl Barbara

“Clothes make the Girl” (Part 2)

Spinal Cord Injury is difficult in a million different ways.

Four of the Cure Girls with tetraplegia give you a snapshot of the issues they have with clothing.

Lolly Mack - Polaroid“My first awful experience with clothing was in the early days of my injury. I was told to no longer wear designer underwear and fashionable clothes as they weren’t practical. Hospital staff recommended ‘big, baggy clothes and plain underwear’ to prevent marks, redness and pressure sores. I’d lost enough dignity and femininity and so completely REBELLED. With caution I continue to wear my designer underwear, high heels and tiny tops. Everyone copes differently but I didn’t want to change who I was. However, there are issues. Tetraplegics often have a catheter and leg bag for urine collection. When dressing it’s crucial that the tube doesn’t get kinked as you can end up wetting yourself. It’s impossible to wear short skirts, skinny jeans, bikinis or swimsuits. I try to look the best I possibly can for now… but I know that one day they’ll all be back in my wardrobe.”  Cure Girl Lolly

Ruth - Polaroid

“Prior to my injury, I used wear whatever I wanted – tight jeans, shorts, bikinis, skirts. My clothing choice was dictated by my mood, by the weather or by occasional. I dressed for me, not for my injury. Since becoming a tetraplegic, I have to dress warmly because of poor circulation. I have to dress around a urine collection bag. I must ensure my skin is not irritated and my shoes must be soft. These are the realities which so few people are willing to talk about.  We put a lot of work into looking as good as we can but we simply can’t dress as we desire. Self-expression through clothing choice is just one more thing that paralysis robs from us. We have our fashions dictated to us by circumstance, rather than choice and it’s sad. We want ourselves back and that’s why we fight!” Cure Girl Ruth

Sabrina _Polaroid

“After my injury I donated almost all my clothes thinking that I would no longer have any use for them! I’m totally dependent and that’s why I need somebody to dress me. Maybe because that is easier to me put skinny clothes. I try to keep my style; I’m a beach girl and I like comfortable garments. Another think that changed completely is the way I buy clothes: not only do I need to like the clothes, they also need be appropriate to wear. The most challenging aspect for me is shoes! I once damaged my skin with a lovely but hard pair of boots and now I need to be really careful with this. In conclusion, the thing I miss the most?  My high heels!” Cure Girl Sabrina

Barbara_ Polaroid

Before my injury I did not have a clear idea what kind of clothing I preferred or liked to wear the most. I was young at the time of my injury and therefore had not developed my style. Because I was so young, I did not have the opportunity to see myself in more mature, feminine clothing such as a night dress, shoes with heels and sexy underwear. All that type of clothing comes to be part of the girls’ wardrobe when she starts to mature and reach a certain moment of her life. These days, I feel comfortable with my compulsory, practical clothing because the horrible fact is that due to my spinal cord injury, now I have a body that I don’t want to show’.” Cure Girl Barbara

“L’abito fa la ragazza” (Parte 2)

La Lesione Spinale è complicata in un milione di modi differenti.

Quattro Cure Girls tetraplegiche vi mostreranno una fotografia istantanea dei loro problemi con l’abbigliamento.

Lolly Mack - Polaroid“La mia esperienza con l’abbigliamento nei primi giorni dopo l’incidente fu terribile. Mi dissero di indossare biancheria intima e vestiti non firmati o alla moda in quanto non erano pratici. Il personale ospedaliero mi raccomandò: “Vestiti larghi e biancheria intima normale per evitare segni, arrossamenti e piaghe da decubito”. Avevo già perso abbastanza dignità e femminilità e così mi ribellai. Con cautela continuo a indossare la mia biancheria intima, tacchi alti e top stretti.

Ognuno affronta le cose in modo diverso, ma io non avevo voglia di cambiare chi ero. Tuttavia, ci sono un sacco di problemi. I Tetraplegici sono spesso costretti a portare un catetere e la sacca da gamba per la raccolta delle urine. Quando ci si veste è fondamentale che il tubo non si pieghi perché si può finire per bagnarsi. E’ quindi impossibile indossare gonne corte, jeans attillati, bikini o costumi da bagno. Cerco di fare del mio meglio, per ora … Ma so che un giorno saranno tutti di nuovo nel mio guardaroba”. Cure Girl Lolly

Ruth - Polaroid“Prima del mio incidente, indossavo quello che volevo: jeans attillati, shorts, bikini, gonne. La scelta del mio abbigliamento era dettata dal mio stato d’animo, dal tempo o dall’occasione. Mi vestivo per me, non per la mia lesione. Da quando sono diventata tetraplegica invece, devo indossare abiti caldi a causa della mia cattiva circolazione, devo vestire abiti che nascondano un sacchetto per la raccolta delle urine, devo assicurarmi che la mia pelle non sia irritata e le mie scarpe devono essere morbide. Queste sono realtà che così poche persone sono disposte a raccontare. Ci lavoriamo parecchio su, ma non possiamo vestire come desideriamo. L’espressione di sé attraverso la scelta dell’abbigliamento è solo una delle cose che la paralisi ci ruba. La nostra moda è dettata dalla circostanza non dalla libera scelta, questo è davvero triste. Vogliamo essere nuovamente noi stessi ed è per questo che combattiamo!” Cure Girl Ruth

Sabrina _Polaroid

“Dopo il mio infortunio ho regalato quasi tutti i miei vestiti pensando che non avrei mai più potuto usarli! Io sono totalmente dipendente dagli altri e per questo ho bisogno di qualcuno che mi vesta. Forse per loro è più facile farmi indossare vestiti elasticizzati. Cerco di mantenere il mio stile, io sono una ragazza da spiaggia e mi piacciono i capi comodi ma una cosa ha fatto cambiare completamente il modo in cui compro i vestiti: Non ho solo bisogno di vestiti, ma necessito di vestiti che sia opportuno e facile farmi indossare. L’aspetto più difficile per me è dato dalle scarpe! Una volta ho rovinato la mia pelle, con un paio di stivali belli, ma duri e ora devo fare molta attenzione a questo. In conclusione, la cosa che mi manca di più? I miei tacchi alti!” Cure Girl Sabrina

Barbara_ Polaroid

“Prima del mio incidente non avevo un’idea chiara di che tipo di abbigliamento preferivo o mi piaceva maggiormente indossare. Ero giovane al momento del mio infortunio e quindi non avevo sviluppato “un mio stile”. Proprio perché ero così giovane, non ho avuto l’opportunità di vedere su me stessa, l’abbigliamento femminile più maturo, come un abito da sera, scarpe coi tacchi e biancheria intima sexy, cioè quel tipo di abbigliamento che entra a far parte del guardaroba delle ragazze quando queste iniziano a maturare e raggiungono una certa fase della loro vita.  Attualmente, mi sento a mio agio con il mio obbligatorio e pratico abbigliamento perché a causa della mia orribile Lesione spinale, ora ho un corpo che non voglio mostrare.” Cure Girl Barbara

Cure Girl Barbara: “La mia (in)evitabile Lesione”!

Altalena

Ventisei anni fa la mia vita cambiava per sempre. Una caduta dalla mia altalena mi ha lasciato paralizzata dalle spalle in giù.

Ho subito una lesione spinale tra la quarta e la quinta vertebra cervicali in seguito a un colpo di frusta nell’impatto col terreno. Ciò ha causato lo slittamento delle vertebre che hanno lesionato il midollo. È successo perché avevo il torcicollo miogeno, una patologia congenita.

Prima dell’estate del 1987 stavo facendo delle visite per cercare di risolvere il mio problema. I dottori che mi hanno vista confermarono la necessità di intervenire chirurgicamente, ma nessuno di loro mi informò sui rischi che potevo correre con le mie vertebre che non erano nella loro naturale posizione. In particolare ricordo un radiologo piuttosto preoccupato davanti alle lastre del mio collo… Ma non mi disse nulla.

Poi, ironia della sorte, l’ortopedico che avrebbe dovuto operarmi decise di rimandare l’intervento dopo l’estate…Il 13 agosto caddi dall’altalena.

Se solo fossi stata messa al corrente della gravità della situazione, dei rischi che questa avrebbe potuto comportare, e se avessi indossato un collare quel terribile giorno… Beh, non posso esserne certa, ma forse la lesione non ci sarebbe stata.

E ora sono una donna di 37 anni che non è padrona del proprio corpo e totalmente dipendente dagli altri per tutte le azioni della vita quotidiana. Sono rimasta anche con tante domande senza risposta riguardo la condizione del mio collo prima della lesione.

Ma adesso voglio lottare per una CURA per le Lesioni Spinali Croniche.

Bisogna divulgare il messaggio dell’urgenza di trovare una CURA o una combinazione di terapie. Tutto questo non è così lontano, ma si DEVE AGIRE ORA per accelerare il lavoro dei ricercatori, affinché trovino la soluzione o le soluzioni per rendere reversibile la paralisi in tutti i tipi e i livelli di Lesione Spinale.

La Vostra Cure Girl Barbara