Cure Girls: Un anno di attività per supportare la Cura!

È passato un anno e tutte noi abbiamo cercato, ognuna con le proprie capacità, di trovare sempre nuovi modi per supportare la ricerca di una cura per le lesioni spinali croniche.

Abbiamo organizzato e preso parte ad eventi, fatto uno skydive, percorso maratone e avuto amici e parenti che hanno gareggiato per noi. Abbiamo anche posato per lanciare il nostro messaggio pro cura e mettere in luce gli aspetti che caratterizzano le persone mielolese.

Noi  Cure Girls abbiamo scritto, tradotto, condiviso, ci siamo documentate, abbiamo visitato laboratori di ricerca e raccolto fondi, fatto periodiche conference call per confrontarci e decidere le nostre campagne. Insomma…Abbiamo fatto tutto ciò che abbiamo potuto per far passare il nostro messaggio..

Purtroppo la nostra condizione è rimasta la stessa. Noi però non ci arrenderemo, continueremo a lottare fino a quando la Lesione Spinale Cronica diventerà curabile e speriamo di poter contare su un sempre maggior numero di persone che supporteranno la nostra missione!

Grazie a tutti voi che ci avete seguito e siete stati al nostro fianco. Non ci saremmo riuscite senza il vostro supporto! Vi auguriamo tanta gioia e serenità e che il nuovo anno possa portarci una CURA PER LE LESIONI SPINALI CRONICHE!

Con Affetto

Cure Girls

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Le Cure Girls a Ride for Life 2013

Ci sono giornate in cui ti  svegli la mattina e pensi  che non ce la fai a continuare così.  Vorresti “alzarti” dal letto ma le tue gambe immobili sono li a ricordarti che da sola non puoi farlo.

In quei giorni è molto difficile trovare la forza dentro di te per riuscire a dire: “Io non mollo, continuerò a lottare!”

Poi però succede che nonostante tutto e tutti, ti fai forza ( perché spesso essere forte è l’unica scelta che hai) e cerchi di trovare un modo per far sì che ciò che è capitato a te non ricapiti ad altri e in cuor tuo speri che dai tuoi sforzi, dalla tua rabbia e dal tuo dolore possa venire fuori qualcosa di positivo per tutti, te compresa.

La manifestazione Ride for life è per me un esempio di tutto questo

Ride for life è una manifestazione sportiva a scopo benefico organizzata dalle associazioni Riders4Riders Onlus e Marina Romoli Onlus, nata per aiutare giovani piloti/ciclisti rimasti paralizzati a causa di una mielolesione e supportare concretamente la ricerca medica di una cura per le lesioni spinali croniche.

Ride for Life - Trofeo AntonelliAnche quest’anno le Cure Girls Italiane hanno partecipato attivamente all’evento tenutosi il 16 e il 17 novembre scorso presso la Pista South Milano di Ottobiano. Lo spettacolo offerto dai campioni e appassionati di ciclismo e motociclismo ha raccolto 30.000 € da destinare alla ricerca di una cura delle lesioni spinali croniche.

Il denaro raccolto nelle precedenti edizioni è stato destinato grazie ad una collaborazione con la fondazione Wings For Life, alle ricerche del prof. Gregoire Courtine presso l’EPFL (Ecole Polytechnique Fedérale de Lausanne) in Svizzera impegnato nel trovare sistemi per ripristinare funzioni sensoriali e motorie che sono state interrotte a causa di una lesione spinale.

In questi mesi il comitato scientifico di Wings For Life istituirà per il 2014 un nuovo bando di concorso a cui aderiranno i ricercatori interessati con i loro progetti. In primavera il comitato scientifico delibererà la lista dei progetti più meritevoli, tra i quali gli organizzatori di Ride for Life sceglieranno a quale destinare quanto raccolto con l’edizione 2013. «Le tempistiche sono lunghe – hanno spiegato i rappresentati della Marina Romoli Onlus e di Riders4Riders Onlus – ma ci teniamo a destinare quanto raccolto a un progetto serio e che possa produrre dei risultati concreti, quindi oltre al lavoro di raccolta fondi dobbiamo svolgerne uno altrettanto impegnativo e meticoloso per la scelta dei progetti da cofinanziare. A maggio visiteremo i laboratori del prof. Courtine per constatare come stanno procedendo i lavori e decidere se continuare a investire sul progetto che abbiamo scelto l’anno passato».

Ride for LifeNoi Cure Girls abbiamo incontrato tantissimi campioni del motociclismo e del ciclismo internazionale, politici, giornalisti, ragazzi e ragazze in carrozzina e tanta, tantissima gente comune tutti lì a sostenerci in questa nostra battaglia per la CURA.

Nei giorni a seguire i più importanti organi di stampa italiani hanno parlato di Ride for Life, sono stati infatti numerosi gli articoli e i servizi televisivi che hanno messo il luce gli obiettivi di Ride for life e questo ci ha permesso di arrivare con il nostro messaggio anche al cuore delle persone che fisicamente non erano o non potevano purtroppo essere presenti. L’appuntamento con la prossima edizione di Ride for life sarà il 16 novembre 2014 al Circuito Internazionale South Milano di Ottobiano.

Le Cure Girls ringraziano tutti quelli che, anche con il più piccolo aiuto, hanno contribuito all’ottima riuscita di Ride for Life 2013 ma soprattutto quelli che credono, sperano e lottano con noi per far si che un giorno la lesione spinale cronica diventi Curabile!

Cure Girl Loredana

Comunicato Stampa Ride For Life 2013

Rassegna Stampa Ride for Life

Alcune foto: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10153478477345024.1073741933.191644355023&type=3

Ride for Life 2013 - foto di gruppo finale

“Più che uguaglianza, vogliamo una CURA”

Le Cure Girls condividono i contenuti di questo articolo scritto da Rachelle Friedman, pubblicato lo scorso 4 ottobre 2013 su huffingtonpost (cliccare per accedere all’art. in inglese).
Di seguito postiamo la traduzione in italiano nella speranza che sempre più persone possano capire perché la Lesione Spinale Cronica DEVE Diventare CURABILE.
Cure Girls
rachellefriedman2Da quando sono rimasta paralizzata tre anni fa, ho voluto mostrare al mondo che le persone con disabilità possono essere felici, indipendenti e produttive come quelle senza disabilità. Ma mostrare questa positività può mascherare la nostra difficoltà quotidiane al punto da sminuire l’importanza di una cura?
Non fraintendetemi, è importante che la società sappia che abbiamo le potenzialità per fare più di quanto si potrebbe immaginare. Ma a volte ci si sente come se questo è l’unico messaggio che riusciamo a trasmettere. E il desiderio di una cura? Molte persone con lesioni del midollo spinale (SCI) hanno deciso di andare avanti con la loro vita e ci sono così tante storie di chi si ritrova su una sedia rotelle e supera le avversità. La maggior parte di noi vive una vita significativa, ma è una vita che nessuno di noi avrebbe scelto. I media fanno un buon lavoro nel mostrare le lotte di coloro che devono affrontare altri problemi come il cancro, tanto che, anche chi non è direttamente coinvolto nella malattia, conosce il dietro le quinte di essa. Quando, invece, si affrontano i disagi della disabilità, il pubblico non ha la più pallida idea di cosa si stia parlando.Vedo spesso fatti di cronaca o spettacoli come “Push Girls” dove alcuni sostengono che se potessero tornare indietro, non cambierebbero la loro vita, che ogni cosa accade per una ragione oppure che sono perfettamente contenti della loro condizione. Un atteggiamento del genere è encomiabile sotto certi aspetti, ma personalmente vorrei si sapesse che il 99% di noi non si sente in questo modo; ma che invece VOGLIAMO UNA CURA E LA VOGLIAMO SUBITO.
Molte persone abili dicono che se capitasse loro un’esperienza del genere sarebbe la cosa peggiore da immaginare; ma io credo che ci guardano e vedono qualcuno che è “forte e trionfante” semplicemente perché abbiamo scelto di vivere la vita come facevamo prima. Ci vedono come se avessimo superato in astuzia la nostra disabilità. La battaglia è stata vinta perché abbiamo scelto un atteggiamento positivo. A porte chiuse, tuttavia, c’è una battaglia che non si vede. La scelta di sopravvivere non significa che va tutto bene e che non stiamo soffrendo.rachellefriedman
Il dolore incontrollabile
Se il non poter camminare è ovviamente un problema enorme, ci sono tante altre lotte quotidiane che consumano le nostre vite. Spesso questi problemi sono più invalidanti della paralisi in sé.  Si stima che almeno il 50% delle persone con lesione spinale hanno dolori al di sotto della lesione. Io sono una di quelle persone che prova la sensazione terribile definita come “dolore neuropatico”. È come una tortura invisibile. Mi sento come se stessi per essere bruciata viva, senza che nessuno possa vederlo. I nostri corpi si rivolgono contro di noi. Si può soffrire di spasmi muscolari debilitanti. Ciò accade perché il nostro cervello non è in grado di inviare i messaggi corretti ai nostri muscoli paralizzati. Il solo distendere gli arti o anche prendere una buca mentre ci spostiamo per strada sulle nostre sedie, possono farli esplodere. Mi è capitato di essere scaraventata dalla sedia in seguito a degli spasmi. Siamo, inoltre, soggetti a piaghe da decubito, malattie cardiache, polmoniti, osteoporosi, gravi infezioni… e l’elenco potrebbe continuare.

Il costo della vita è esorbitante

Il costo della vita di una persona con disabilità è sconcertante. Ad esempio, il costo iniziale per ogni tetraplegico è tra i 400-700 mila dollari a seconda del livello di lesione. I costi annuali successivi possono arrivare ad oltre $ 100 mila. Molti non possono permettersi le cure di cui hanno bisogno. Parlo per esperienza quando dico che l’assicurazione non copre tutti questi costi. A meno che non si sia estremamente ricchi, non c’è proprio alcun modo per poter immediatamente mettere insieme il 20 per cento della spesa.

Secondo l’ United spinal Association , negli Stati Uniti ogni 41 minuti una persona rimane vittima di una lesione spinale, e ci sono circa 11.000 nuovi feriti ogni anno. Attualmente nel mondo ci sono 1,2 milioni di persone che vivono con una lesione spinale; non è così rara come si potrebbe pensare.

La realtà, però, è che in questo momento non esiste una cura.

Sì, abbiamo bisogno che tutti si rendano conto che siamo elementi produttivi della società, ma fintanto che viviamo con una lesione spinale, ci sono altri problemi che a cui dobbiamo far fronte. La necessità di una migliore assistenza medica, una migliore copertura sanitaria, i finanziamenti per attrezzature mediche e una migliore accessibilità.

La gente deve rendersi conto che il fatto che non insistiamo su queste difficoltà che ruotano intorno alla vita con lesione spinale, non significa che questi problemi non abbiano un impatto fortemente negativo sulla qualità della nostra vita.

Nel frattempo che siamo in carrozzina, andiamo avanti con la nostra vita e facciamo il meglio che possiamo, ma non ci accontentiamo, la lesione spinale NON E’ OK. Per far sì che una cura diventi una vera e propria priorità nella nostra società, abbiamo bisogno di educare le masse su la dura realtà di quello che è la vita con una lesione spinale.

Abbiamo bisogno che tutti lottino per questo. Se non per se stessi,  almeno per i bambini piccoli ora dipendenti da un ventilatore per respirare e sopravvivere e da una  sedia a rotelle per muoversi o per un padre che non riesce ad allungare le braccia per abbracciare la moglie e il figlio appena nato. E se fosse tua figlia, tuo marito o qualcuno che ami?

Visitate il sito web di Unite 2 Fight Paralysis (uniti per sconfiggere la paralisi)  www.u2fp.org per scoprire a che punto siamo nella ricerca di una cura e come poter aiutare.

Dello stesso autore:  People with Disabilities, Take Note: You Don’t Lose Your Identity Unless You Surrender It

Chi è Rachelle Friedman
Rachelle Friedman è una donna  tetraplegica C6 che è rimasta paralizzata al suo addio al nubilato nel 2010 durante scherzi innocenti a bordo piscina. La sua storia è diventata internazionale ed è stata raccontata sul Today Show, CNN, HLN, MSNBC, VH1 e altri vari media. Da allora è diventata una motivatrice, blogger, e ambasciatrice per la comunità delle persone con lesione del midollo spinale. Rachelle sta attualmente scrivendo un libro che uscirà nella primavera del 2014. Per saperne di più sulla storia di Rachelle e collegarsi con lei via Twitter o Facebook, visita il sito www.rachellefriedman.com

UN’OCCASIONE PER DIRE CHE VOGLIAMO UNA CURA!

La Fondazione dell’Unità Spinale di Stoke Mandeville (Regno Unito)  sta conducendo un sondaggio per definire le priorità, aperto a persone che hanno Lesioni Spinali, alle loro famiglie e agli operatori sanitari e socio assistenziali.

Questa è una rara opportunità per le nostre voci pro-cura di essere ascoltate ed è fondamentale che i risultati di questa indagine offrano una visione realistica e onesta dei nostri desideri e bisogni.

I sondaggi spesso ci chiedono di dare priorità alle nostre esigenze ad esempio:  “Vogliamo riavere l’uso dell’intestino e della vescica? La funzionalità delle mani è  la cosa più importante?”

Quello che i sondaggi non sono riusciti a fare é comprendere  la causa alla base di tutti i nostri problemi: il danno al midollo spinale!

 damage

Quindi, con questa indagine, vi consigliamo di non elencare le vostre priorità, non chiedere cioè una soluzione per i sintomi, ma porre una semplice domanda:

“COME POSSIAMO RIPARARE UNA LESIONE SPINALE CRONICA E RIPRISTINARE TUTTE LE FUNZIONI? “

Purtroppo tutte le Iniziative di assistenza per le persone con lesione spinale hanno dei limiti. Non importa quante badanti hai, quanto è grande il tuo pacchetto azionario, quanto è leggera  la tua carrozzina, che ci siano un sacco di prodotti per l’incontinenza, quanti negozi e ristoranti accessibili ci sono, quanta riabilitazione hai a disposizione, e quanta tecnologia sia disponibile;

Nulla potrà mai essere paragonato al  guadagno in salute, indipendenza e benessere derivante dal ritorno delle funzioni!!!

La riparazione delle lesioni spinali croniche è  la forma più totale di miglioramento della qualità della vita per le persone mielolese!

Le Cure Girls vi consigliano vivamente di prendere parte a questo sondaggio e, soprattutto, porre la giusta domanda :

“HOW CAN WE REPAIR THE CHRONICALLY DAMAGED SPINAL CORD TO RESTORE FUNCTION?”

Cliccate qui per accedere al sondaggio inglese  e completate come da esempio

Esempio

Travelling With Spinal Cord Injury is a Nightmare!

travel barbara 2Travelling is one of the things I love the most… and it is one of the things I miss the most in my life. I love to travel but since my spinal cord injury I can do it only if there are some conditions. I made just one big journey after my injury… I went to Australia two years ago… that was my first real trip I made in my life and I could make it thanks to my parents, I can’t move anywhere without them and specially without my mother’s care (except of some circumstances). During my life with my injury I always had to give many trips up because I couldn’t have the assistance I need, and this is something that made me suffer in silence several times.

By in my experience I can say that travelling itself is not impossible for people with spinal cord injury, but it needs proper organization before leaving. About my journey to Australia, for example, I had a catheter with a bag to collect urine because I coudn’t use the toilet on the plane; this is one of the problems a spinal cord injuried has to deal with. Then I would have to avoid the risk of causing pressure sores because of many hours sitting, but the seat was too narrow to put my wheelchair cushion on, so I had to travel 12 hours without any protection. Luckily everything went fine, but you can’t count on fortune every time… this is something that people with spinal cord injury can’t afford. I’ve longed for a trip to Australia for many years and I am grateful to have had a dream come true… but that can’t be repeated even if I desire it much more than the first time.

Saint Augustine said: “The world is a book, and those who do not travel read only a page”

I can add that many people have no possibility even only to open that book. 

We need a Cure for Chronic Spinal Cord Injury!

Cure Girl Barbara

 

Viaggiare avendo una Lesione Spinale è un incubo!

travel barbara 2Viaggiare è una delle cose che amo di più … ed è anche una delle cose che mi manca maggiormente nella vita. Ho amato viaggiare da sempre, ma a causa della mia Lesione spinale posso farlo solo in presenza di alcune condizioni. Ho fatto solo un grande viaggio dopo il mio infortunio, due anni fa sono andata in Australia; questo è stato il mio primo vero viaggio e ho potuto farlo solo grazie ai miei genitori. Salvo poche eccezioni infatti, non posso muovermi da nessuna parte senza di loro e soprattutto senza l’assistenza di mia madre. Durante la mia vita da mielolesa ho sempre dovuto rinunciare a molti viaggi perché non ho potuto contare sull’assistenza che mi serviva, e questo è qualcosa che mi ha fatto soffrire, molte volte in silenzio .

Con la mia esperienza posso dire che viaggiare in sé non è impossibile per le persone con lesione spinale, ma necessitiamo di una vera e propria organizzazione prima di partire. A proposito del mio viaggio in Australia, per esempio, mi sono dovuta accontentare di un catetere fisso attaccato ad una sacca per la raccolta delle urine perché non potevo usare il bagno sull’aereo; questo è uno dei problemi che un mieloleso deve affrontare. Poi avrei dovuto evitare il rischio di piaghe da decubito a causa del cospicuo numero di ore che ho passato da seduta, ma il sedile era troppo stretto per metterci sopra il cuscino della mia sedia a rotelle, così ho dovuto viaggiare 12 ore senza alcuna protezione. Per fortuna tutto è andato bene da questo punto di vista, ma non si può contare sulla fortuna ogni volta … Questa è una cosa che le persone con una lesione spinale non possono permettersi. Ho desiderato il mio viaggio in Australia per molti anni e sono grata di aver potuto realizzare un sogno … ma tutto ciò non può essere ripetuto, anche se lo desidero ancora di più della prima volta.

Sant’Agostino disse: “Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina”

Posso aggiungere che molte persone non hanno nemmeno la possibilità di aprire quel libro.

C’è bisogno di una cura per le lesioni spinali croniche!

Cure Girl Barbara

“Clothes make the Girl” (Part 2)

Spinal Cord Injury is difficult in a million different ways.

Four of the Cure Girls with tetraplegia give you a snapshot of the issues they have with clothing.

Lolly Mack - Polaroid“My first awful experience with clothing was in the early days of my injury. I was told to no longer wear designer underwear and fashionable clothes as they weren’t practical. Hospital staff recommended ‘big, baggy clothes and plain underwear’ to prevent marks, redness and pressure sores. I’d lost enough dignity and femininity and so completely REBELLED. With caution I continue to wear my designer underwear, high heels and tiny tops. Everyone copes differently but I didn’t want to change who I was. However, there are issues. Tetraplegics often have a catheter and leg bag for urine collection. When dressing it’s crucial that the tube doesn’t get kinked as you can end up wetting yourself. It’s impossible to wear short skirts, skinny jeans, bikinis or swimsuits. I try to look the best I possibly can for now… but I know that one day they’ll all be back in my wardrobe.”  Cure Girl Lolly

Ruth - Polaroid

“Prior to my injury, I used wear whatever I wanted – tight jeans, shorts, bikinis, skirts. My clothing choice was dictated by my mood, by the weather or by occasional. I dressed for me, not for my injury. Since becoming a tetraplegic, I have to dress warmly because of poor circulation. I have to dress around a urine collection bag. I must ensure my skin is not irritated and my shoes must be soft. These are the realities which so few people are willing to talk about.  We put a lot of work into looking as good as we can but we simply can’t dress as we desire. Self-expression through clothing choice is just one more thing that paralysis robs from us. We have our fashions dictated to us by circumstance, rather than choice and it’s sad. We want ourselves back and that’s why we fight!” Cure Girl Ruth

Sabrina _Polaroid

“After my injury I donated almost all my clothes thinking that I would no longer have any use for them! I’m totally dependent and that’s why I need somebody to dress me. Maybe because that is easier to me put skinny clothes. I try to keep my style; I’m a beach girl and I like comfortable garments. Another think that changed completely is the way I buy clothes: not only do I need to like the clothes, they also need be appropriate to wear. The most challenging aspect for me is shoes! I once damaged my skin with a lovely but hard pair of boots and now I need to be really careful with this. In conclusion, the thing I miss the most?  My high heels!” Cure Girl Sabrina

Barbara_ Polaroid

Before my injury I did not have a clear idea what kind of clothing I preferred or liked to wear the most. I was young at the time of my injury and therefore had not developed my style. Because I was so young, I did not have the opportunity to see myself in more mature, feminine clothing such as a night dress, shoes with heels and sexy underwear. All that type of clothing comes to be part of the girls’ wardrobe when she starts to mature and reach a certain moment of her life. These days, I feel comfortable with my compulsory, practical clothing because the horrible fact is that due to my spinal cord injury, now I have a body that I don’t want to show’.” Cure Girl Barbara

“L’abito fa la ragazza” (Parte 2)

La Lesione Spinale è complicata in un milione di modi differenti.

Quattro Cure Girls tetraplegiche vi mostreranno una fotografia istantanea dei loro problemi con l’abbigliamento.

Lolly Mack - Polaroid“La mia esperienza con l’abbigliamento nei primi giorni dopo l’incidente fu terribile. Mi dissero di indossare biancheria intima e vestiti non firmati o alla moda in quanto non erano pratici. Il personale ospedaliero mi raccomandò: “Vestiti larghi e biancheria intima normale per evitare segni, arrossamenti e piaghe da decubito”. Avevo già perso abbastanza dignità e femminilità e così mi ribellai. Con cautela continuo a indossare la mia biancheria intima, tacchi alti e top stretti.

Ognuno affronta le cose in modo diverso, ma io non avevo voglia di cambiare chi ero. Tuttavia, ci sono un sacco di problemi. I Tetraplegici sono spesso costretti a portare un catetere e la sacca da gamba per la raccolta delle urine. Quando ci si veste è fondamentale che il tubo non si pieghi perché si può finire per bagnarsi. E’ quindi impossibile indossare gonne corte, jeans attillati, bikini o costumi da bagno. Cerco di fare del mio meglio, per ora … Ma so che un giorno saranno tutti di nuovo nel mio guardaroba”. Cure Girl Lolly

Ruth - Polaroid“Prima del mio incidente, indossavo quello che volevo: jeans attillati, shorts, bikini, gonne. La scelta del mio abbigliamento era dettata dal mio stato d’animo, dal tempo o dall’occasione. Mi vestivo per me, non per la mia lesione. Da quando sono diventata tetraplegica invece, devo indossare abiti caldi a causa della mia cattiva circolazione, devo vestire abiti che nascondano un sacchetto per la raccolta delle urine, devo assicurarmi che la mia pelle non sia irritata e le mie scarpe devono essere morbide. Queste sono realtà che così poche persone sono disposte a raccontare. Ci lavoriamo parecchio su, ma non possiamo vestire come desideriamo. L’espressione di sé attraverso la scelta dell’abbigliamento è solo una delle cose che la paralisi ci ruba. La nostra moda è dettata dalla circostanza non dalla libera scelta, questo è davvero triste. Vogliamo essere nuovamente noi stessi ed è per questo che combattiamo!” Cure Girl Ruth

Sabrina _Polaroid

“Dopo il mio infortunio ho regalato quasi tutti i miei vestiti pensando che non avrei mai più potuto usarli! Io sono totalmente dipendente dagli altri e per questo ho bisogno di qualcuno che mi vesta. Forse per loro è più facile farmi indossare vestiti elasticizzati. Cerco di mantenere il mio stile, io sono una ragazza da spiaggia e mi piacciono i capi comodi ma una cosa ha fatto cambiare completamente il modo in cui compro i vestiti: Non ho solo bisogno di vestiti, ma necessito di vestiti che sia opportuno e facile farmi indossare. L’aspetto più difficile per me è dato dalle scarpe! Una volta ho rovinato la mia pelle, con un paio di stivali belli, ma duri e ora devo fare molta attenzione a questo. In conclusione, la cosa che mi manca di più? I miei tacchi alti!” Cure Girl Sabrina

Barbara_ Polaroid

“Prima del mio incidente non avevo un’idea chiara di che tipo di abbigliamento preferivo o mi piaceva maggiormente indossare. Ero giovane al momento del mio infortunio e quindi non avevo sviluppato “un mio stile”. Proprio perché ero così giovane, non ho avuto l’opportunità di vedere su me stessa, l’abbigliamento femminile più maturo, come un abito da sera, scarpe coi tacchi e biancheria intima sexy, cioè quel tipo di abbigliamento che entra a far parte del guardaroba delle ragazze quando queste iniziano a maturare e raggiungono una certa fase della loro vita.  Attualmente, mi sento a mio agio con il mio obbligatorio e pratico abbigliamento perché a causa della mia orribile Lesione spinale, ora ho un corpo che non voglio mostrare.” Cure Girl Barbara

“Clothes make the Girl” (Part 1)

Vetrine

Sometimes when I see nice dresses while window shopping, I can’t help thinking about how nice it would look on me if I was still able to walk.

After seven years of life with a sci this feeling is not as strong as in the beginning. But there are still days that those thoughts are coming back and they are not always easy to deal with. And no: I can’t stay away from the shopping centre!

It’s not easy to buy good and nice clothes when you’re in a chair. Or to tell you the truth: you completely have to change your style. And it will never be really you again, i think.

Sometimes we are forced to wear things that are not very charming, because of balance problems or to keep our bloodpressure up.

Things that you normally don’t have have to wear before you have reached the retirement age. Or to speak with Cure Girl Lolly’s words: “With a sci you sometimes have to wear things that you dont want to be seen dead in.”mutandoni_di_Bridget_Jones

There are more reasons why we can’t buy what we really like to wear : Clothes need to be elastic, because we can’t stand up to pull everything up.

In the streets you probably see many girls in those maxi dresses. They are nice, but if you don’t take enough attention, half of your dress rolls into your wheels in no time.

What about the size of sweaters and tops? It’s not always possible to buy things in a small size, because your arms can be too big from rolling around every day.

There is one really important point i want to share with all of you: We always need to be sure that our clothes don’t give us pressore sores, because we don’t want to spend most of our time in bed waiting for a wound to heal.

That’s why i cut off the pockets of my new jeans, before wearing them. One red mark can become a terrible wound. At the moment one of the cure girls is recovering from a sore and i think that this is one of the worst complications of a spinal cord injury.

I’m “glad” that leggings are still fashionable, especially in combination with a nice short dress. It’s the best clothing article for girls with a spinal cord injury. And I guess they are okay, as long as you don’t wear white ones 😦

To be continued

Cure Girl Maaike

“L’abito fa la ragazza” (Parte 1)

Vetrine

A volte, quando vedo dei bei vestiti dentro le vetrine, non posso fare a meno di pensare a come mi sarebbero stati bene addosso se fossi ancora in grado di camminare.

Dopo sette anni passati con una lesione spinale, questa sensazione non è così forte come all’inizio, ma ci sono ancora giorni in cui quei pensieri tornano e non sono sempre facili da affrontare.

E no: Non riesco a stare lontana dal centro commerciale!

Non è facile comprare vestiti belli e di qualità quando si è seduti su una sedia a rotelle. Per dirla tutta; si è costretti a cambiare completamente il proprio “stile” e non sarà mai più come prima, credo.

A volte, siamo costretti ad indossare cose che non hanno nulla di affascinante e dobbiamo farlo per problemi riconducibili alla perdita d’equilibrio (es: busti) o per mantenere la nostra pressione sanguigna sotto controllo (es:calze elastiche).

Cose che nella normalità non avremmo indossato nemmeno una volta raggiunta l’età della pensione. Per dirla con le parole della Cure Girl Lolly: “Se hai una lesione spinale a volte sei costretta ad indossare cose che non metteresti nemmeno da morta”!

mutandoni_di_Bridget_Jones

Ci sono un sacco di ragioni che ci impediscono di comprare quello che ci piacerebbe davvero indossare.

Gli abiti devono essere elasticizzati, perché non siamo in grado di stare in piedi e quindi “tiriamo su” tutto.

Per le strade probabilmente avrete visto molte ragazze avvolte in abiti pomposi. Sono belli, ma se non si fa attenzione, l’abito si incastrerà subito nelle ruote.

E che dire della dimensione di magliette e top? Non è sempre possibile acquistarle della giusta taglia, perché le tue braccia si possono essere troppo sviluppate a causa del continuo spingersi ogni giorno.

Vi è un punto molto importante che voglio condividere con tutti voi: abbiamo sempre bisogno di essere sicuri che i nostri vestiti non ci provochino piaghe da decubito, perché non vogliamo passare la maggior parte del nostro tempo a letto in attesa che le ferite guariscano.

Ecco perché ho tagliato le tasche dei miei jeans nuovi, prima di indossarli. Un semplice arrossamento può diventare facilmente una terribile piaga. In questo momento una delle Cure Girl ha una piaga in fase di guarigione, penso che questa sia una delle peggiori complicazioni causate dalla lesione del midollo spinale.

Sono “contenta” che i Leggings vadano ancora di moda, soprattutto abbinati con un mini abito. Credo sia il miglior articolo di abbigliamento per le ragazze con una lesione del midollo spinale, almeno fino a quando non se ne indossano un paio di color bianco 😦

To be continued

Cure Girl Maaike